I.R.C.M.e.

Istituto di Ricerca Counseling

e Mediazione ad orientamento esistenziale


Sede Legale
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La scrittura come strumento nelle relazioni d'aiuto

 di Maria Rosaria Liotto  

 

E, sempre attraverso la scrittura, impariamo a scoprire noi stessi, la nostra percezione del mondo e la percezione che il mondo ha di noi.
Chi ama la scrittura e se ne serve come mezzo espressivo privato, per esempio l'adolescente che scrive il diario, pur se non ne è pienamente consapevole, s'imbarca in un viaggio di autoconoscenza.
Chi, invece, sperimenta la scrittura per dare sfogo alla propria creatività, lo scrittore di racconti o di romanzi per esempio, può, attraverso i personaggi inventati e le loro storie, fare l'esperienza di vivere vite diverse. Egli può di volta in volta, essere un feroce guerriero, o una timida ragazza, un mostro con tre teste o una madre di famiglia, un vecchio brontolone o un bambino felice, un padre severo o un adolescente ribelle.
La scrittura, dunque, contribuisce a dilatare la nostra esperienza e a farci sperimentare punti di vista diversi consentendoci così di ampliare le nostre mappe interne e di non restare prigionieri di stereotipi.
La persona che ha una sofferenza psichica, che avverte un disagio esistenziale, si sente spesso bloccata, non riesce a vedere altre possibilità, né a dare un senso alla propria vita.
Per queste persone, sicuramente, il ricorso alla scrittura può essere una forma di cura di sé e di prevenzione al disagio esistenziale.
Non sempre la scrittura si configura come un'attività individuale, che si realizza in uno spazio chiuso e separato dal mondo.
L'addestramento alla scrittura può anche essere una pratica da realizzarsi in gruppo. In questo caso avremo il vantaggio di poter condividere ciò che le diverse persone hanno scritto. Una tale condivisione dispone all'apertura verso gli altri membri del gruppo e crea un confronto tra i diversi modi di percepire l'esperienza. Tutto ciò contribuisce sicuramente ad ampliare le proprie mappe e ad alleviare in qualche modo il sentimento disagio esistenziale nel quale ci si trova.
Sempre se il conduttore riesce a creare il clima di fiducia necessario a far predisporre i partecipanti all'apertura ed all'ascolto reciproco.
Molta attenzione dovrà essere data all'ambiente, che dovrà risultare confortevole e provvisto di tutto ciò che occorre per scrivere. Le persone dovranno sentirsi a proprio agio e poter scrivere comodamente, in piena libertà, senza avvertire il vicino che volge lo sguardo sul proprio foglio per tentare di leggere cosa si sta scrivendo.
E' consigliabile, prima di cominciare, sistemare le sedie in circolo e discutere un po' su quello che si andrà a scrivere, per stimolare l'immaginazione e mettere in moto le idee. Si tratta soltanto di favorire un processo che non deve assolutamente essere portato troppo avanti nella discussione, ma deve potersi realizzare in pieno nella fase di scrittura.
Il conduttore spiegherà chiaramente che non ci saranno giudizi o critiche sui vari elaborati prodotti, ma si cercherà semplicemente di condividere esperienze diverse e confrontare eventuali punti di vista alternativi.
Nessuno dovrà essere obbligato a leggere se non se la sente.
I partecipanti dovranno sentirsi rassicurati ed assumere un atteggiamento fiducioso, pertanto il conduttore eviterà di proporre esercizi troppo difficili; egli dovrà essere in grado di tararli rispetto al livello dei partecipanti, in modo da non generare sentimenti di frustrazione e, quindi, di rinuncia e chiusura per il timore di mostrarsi poco capaci e non all'altezza della situazione.
E' necessario, inoltre, che chi guida il gruppo dia istruzioni chiare sul compito da svolgere e soprattutto scriva egli stesso assieme al gruppo condividendo le proprie esperienze, senza timore di mettersi in gioco per primo.
Una volta assegnato il compito, ognuno potrà alzarsi e disporsi dove vuole, meglio se ci sono più ambienti a disposizione e cominciare a scrivere senza interruzioni per il tempo prestabilito variabile dai 10 ai 15 o 20 minuti al massimo.
Trascorso tale periodo di tempo ci si ritroverà in circolo e si ascolterà con attenzione chi di volta in volta si offrirà di leggere a voce alta il proprio elaborato.
Si tratta di un momento molto delicato, quasi un momento magico: ciò che prima non esisteva o esisteva solo in maniera confusa, nel chiuso di ciascuno di noi, comincia ad esistere e prendere forma. In questa condivisione mondi diversi entrano in contatto tra loro, aumenta la consapevolezza di ciò che siamo e cresce il rispetto per l'altro e la sua storia.
In questa fase il conduttore dovrà fare molta attenzione a non cadere nell'errore di voler interpretare ciò che le persone via via leggono; egli dovrà limitarsi ad accogliere e confrontare i diversi punti di vista che emergeranno dai contributi che ciascun membro del gruppo vorrà portare.

 
 
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