Taccuino
Un vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre ma avere nuovi occhi - M. Proust
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E, sempre attraverso la scrittura, impariamo a scoprire noi
stessi, la nostra percezione del mondo e la percezione che
il mondo ha di noi.
Chi ama la scrittura e se ne serve come mezzo espressivo
privato, per esempio l'adolescente che scrive il diario, pur
se non ne è pienamente consapevole, s'imbarca in un viaggio
di autoconoscenza.
Chi, invece, sperimenta la scrittura per dare sfogo alla
propria creatività, lo scrittore di racconti o di romanzi
per esempio, può, attraverso i personaggi inventati e le
loro storie, fare l'esperienza di vivere vite diverse. Egli
può di volta in volta, essere un feroce guerriero, o una
timida ragazza, un mostro con tre teste o una madre di
famiglia, un vecchio brontolone o un bambino felice, un
padre severo o un adolescente ribelle.
La scrittura, dunque, contribuisce a dilatare la nostra
esperienza e a farci sperimentare punti di vista diversi
consentendoci così di ampliare le nostre mappe interne e di
non restare prigionieri di stereotipi.
La persona che ha una sofferenza psichica, che avverte un
disagio esistenziale, si sente spesso bloccata, non riesce a
vedere altre possibilità, né a dare un senso alla propria
vita.
Per queste persone, sicuramente, il ricorso alla scrittura
può essere una forma di cura di sé e di prevenzione al
disagio esistenziale.
Non sempre la scrittura si configura come un'attività
individuale, che si realizza in uno spazio chiuso e separato
dal mondo.
L'addestramento alla scrittura può anche essere una pratica
da realizzarsi in gruppo. In questo caso avremo il vantaggio
di poter condividere ciò che le diverse persone hanno
scritto. Una tale condivisione dispone all'apertura verso
gli altri membri del gruppo e crea un confronto tra i
diversi modi di percepire l'esperienza. Tutto ciò
contribuisce sicuramente ad ampliare le proprie mappe e ad
alleviare in qualche modo il sentimento disagio esistenziale
nel quale ci si trova.
Sempre se il conduttore riesce a creare il clima di fiducia
necessario a far predisporre i partecipanti all'apertura ed
all'ascolto reciproco.
Molta attenzione dovrà essere data all'ambiente, che dovrà
risultare confortevole e provvisto di tutto ciò che occorre
per scrivere. Le persone dovranno sentirsi a proprio agio e
poter scrivere comodamente, in piena libertà, senza
avvertire il vicino che volge lo sguardo sul proprio foglio
per tentare di leggere cosa si sta scrivendo.
E' consigliabile, prima di cominciare, sistemare le sedie in
circolo e discutere un po' su quello che si andrà a scrivere,
per stimolare l'immaginazione e mettere in moto le idee. Si
tratta soltanto di favorire un processo che non deve
assolutamente essere portato troppo avanti nella discussione,
ma deve potersi realizzare in pieno nella fase di scrittura.
Il conduttore spiegherà chiaramente che non ci saranno
giudizi o critiche sui vari elaborati prodotti, ma si
cercherà semplicemente di condividere esperienze diverse e
confrontare eventuali punti di vista alternativi.
Nessuno dovrà essere obbligato a leggere se non se la sente.
I partecipanti dovranno sentirsi rassicurati ed assumere un
atteggiamento fiducioso, pertanto il conduttore eviterà di
proporre esercizi troppo difficili; egli dovrà essere in
grado di tararli rispetto al livello dei partecipanti, in
modo da non generare sentimenti di frustrazione e, quindi,
di rinuncia e chiusura per il timore di mostrarsi poco
capaci e non all'altezza della situazione.
E' necessario, inoltre, che chi guida il gruppo dia
istruzioni chiare sul compito da svolgere e soprattutto
scriva egli stesso assieme al gruppo condividendo le proprie
esperienze, senza timore di mettersi in gioco per primo.
Una volta assegnato il compito, ognuno potrà alzarsi e
disporsi dove vuole, meglio se ci sono più ambienti a
disposizione e cominciare a scrivere senza interruzioni per
il tempo prestabilito variabile dai 10 ai 15 o 20 minuti al
massimo.
Trascorso tale periodo di tempo ci si ritroverà in circolo e
si ascolterà con attenzione chi di volta in volta si offrirà
di leggere a voce alta il proprio elaborato.
Si tratta di un momento molto delicato, quasi un momento
magico: ciò che prima non esisteva o esisteva solo in
maniera confusa, nel chiuso di ciascuno di noi, comincia ad
esistere e prendere forma. In questa condivisione mondi
diversi entrano in contatto tra loro, aumenta la
consapevolezza di ciò che siamo e cresce il rispetto per
l'altro e la sua storia.
In questa fase il conduttore dovrà fare molta attenzione a
non cadere nell'errore di voler interpretare ciò che le
persone via via leggono; egli dovrà limitarsi ad accogliere
e confrontare i diversi punti di vista che emergeranno dai
contributi che ciascun membro del gruppo vorrà portare.